L'isola dei gigli rossi by Li Kotomi

L'isola dei gigli rossi by Li Kotomi

autore:Li Kotomi [Kotomi, Li]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-04-17T12:00:00+00:00


4

Quella sera Umi sprofondò nel sonno per colpa della febbre alta.

Mentre vagava confusa tra il sonno e la veglia, domandandosi se la febbre fosse dovuta alla tanta stanchezza accumulata o a una malattia causata dai morsi delle zanzare, nella sua mente passarono numerose immagini sfocate.

Una tempesta che imperversa, lampi che balenano, resti di una nave in frantumi, bambini inghiottiti dal mare agitato. Il volto di una persona infuriata. Attorno a quella bocca che si apriva e chiudeva cresceva una barba e la carne delle guance tremava dalla rabbia. Poi il volto di un’altra persona e quello di un’altra ancora. Un gelido sguardo di disprezzo. Lacrime che scorrevano piene di tristezza. Pupille tremanti di paura. Volti che si susseguivano uno dopo l’altro. Volti, volti e ancora volti. Martelli di legno branditi in aria. Mani agitate. Parole vomitate. Sassi lanciati. Una graticola di ferro arrugginito e una piccola stanza illuminata da pallidi raggi di luna. Un volto. Labbra idratate. Occhi umidi. Una bocca curvata in un sorriso. Mani protese in avanti. Dita che si incrociano. E subito nuovi volti, volti, volti...

Un volto rugoso invade il suo campo visivo. Una pupilla è velata di bianco opaco. Le guance e le labbra sono rinsecchite. È il volto della Grande Noro. Si sente una voce. È quella della Grande Noro. Umi fa per risollevarsi, ma il suo corpo si muove appena. Anche le mani sono pesanti e non riesce ad alzarle. Le palpebre non si aprono. Ha un dolore lancinante alle tempie, è come se qualcosa di affilato la stesse trafiggendo. Sprofonda nell’oscurità, dove fa caldo, caldissimo, è in procinto di scottarsi. Ora stanno lanciando fuochi d’artificio. Higanbana fiammeggianti. Una tempesta che imperversa. Una pioggia torrenziale. Onde che si abbattono furiose. Un paio di labbra morbide e umide.

Quando i raggi di sole la costrinsero a riaprire gli occhi, Umi si accorse che Yona stava dormendo appiccicata a lei. Si sentiva la testa pesante, ma almeno poteva muovere le mani. Ne posò una sulla schiena di Yona e sentì il suo respiro regolare che le gonfiava e sgonfiava il petto. Il suo corpo era leggermente caldo. Umi si guardò attorno e capì di essere a casa di Yona. Accanto ai loro futon c’erano un pestello e delle erbe medicinali. Crisantemi e higanbana, artemisia e Peucedanum japonicum. Sera doveva essere uscita a pesca, perché in casa c’erano solo loro due. Una scena mattutina che conosceva bene e un profumo familiare. Ma certo, disse tra sé, sono su Isola, diventerò noro e vivrò insieme a Yona. Qui non ci sono né tempeste, né cavalloni, né lampi. E a quel pensiero avvertì un senso di sicurezza simile a quello provato quando si posano i piedi sulla terraferma.

«Yona» sussurrò mentre le carezzava in modo gentile i capelli. «Se devi dormire fallo nel tuo futon, non sul mio corpo.»

Yona si stropicciò gli occhi e di colpo abbracciò forte Umi. «Umi! Ti sei svegliata!»

«Sì» sorrise Umi.

Yona le rivelò che aveva dormito per un giorno intero.

«Così tanto?» si meravigliò Umi, e Yona le posò il dorso della mano destra sulla guancia.



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